Ricordi di tennis…

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Ricordo tre fantastiche finali, tra Edberg e Becker, a Wimbledon, l’ultima nel 1990.

Ricordo Michael Chang, americano, e Arantxa Sanchez, spagnola, vincere entrambi a 17 anni il Roland Garros, nel 1989.

Ricordo Ivan Lendl, che rinunciò a tutti i tornei dello Slam, sempre nel 1989, per allenarsi sull’erba e concentrarsi su Wimbledon, unico torneo del Circuito che non aveva mai vinto. Non ci riuscì  neanche quell’anno, perdendo anche la posizione numero uno della classifica ATP.

Ricordo i servizi al fulmicotone di Marc Rosset e di Goran Ivanisevic.

Non dimentico la Seles, accoltellata in campo da un fan della Graff. Tanto spavento per lei, un trauma più mentale che fisico, che la tenne fuori dal circuito WTA per molto tempo.

Non posso dimenticare le sfide tra gli “inarrivabili” del team Bollettieri: Agassi, Sampras, Courier tra gli uomini. Jennifer Capriati e la Svizzera Hingis tra le donne.

Ricordo Thomas Muster, austriaco, Bradley Cooper è il suo sosia più giovane, che vinse il Torneo di Roma, gli Internazionali d’Italia sulla terra rossa, l’anno successivo ad un incidente d’auto dal quale sembrava che non si sarebbe più ripreso. Invece divenne il re della terra rossa, almeno per un paio d’anni… si allenava con il nostro Diego Narciso, che non imparó molto da Muster, purtroppo.

Per l’Italia del tennis non fu un periodo felicissimo. Ricordo solo l’exploit in coppa Davis di Paolino Canè; e Omar Camporese, che portó per due volte al quinto set Boris Becker, la prima volta agli Australian Open, la seconda in Germania in coppa Davis, alcuni mesi dopo, senza mai batterlo. Vinse nel 1991 il torneo di Rotterdam, superando Ivan Lendl in finale. Fu l’apice della sua carriera.
Cristiano Caratti arrivó in finale, nel 1991, a Milano, dove perdette con Volkov.
Io, giovanissimo, assistetti dal vivo all’incontro tra Caratti e Nicklas Kulti, mi sembra fossero i quarti di finale. Ad un passante di Caratti alzai leggermente il pugno in segno di soddisfazione; in quel momento Kulti mi guardò, ero in prima fila, polverizzandomi. Passai il resto del match composto e in rigoroso silenzio.

Era il periodo delle immense telecronache televisive di Rino Tommasi, è lui che ha coniato il termine “veronica” a indicare la volè alta di rovescio, accompagnato dalla voce inconfondibile di Ubaldo Scanagatta. Con loro c’erano anche i grandi Gianni Clerici e Robertino Lombardi.

Era questo il palcoscenico del tennis del dopo Borg; prima degli attuali Federer, Nadal e Djokovic.
Un periodo di grandi talenti, di partite epiche, di grande spettacolo… proprio come ora, esattamente come prima di loro.

Amo questo sport!

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